Saresti la ragazza perfetta se ti tagliassi le gambe, dice e si accarezza la guancia.
Io la guardo, guardo le mie gambe e le butto in avanti per camminare. Penso a quelle statuette giapponesi di un monaco rosso senza arti, li ha persi meditando.
Potrei sedermi qua, sulla veranda di questa casa non mia e meditare su tutte le cose che dicono gli altri e aspettare che anche a me caschino le gambe. Le braccia mi sono già cadute.
Preparo la borsa, allaccio le scarpe ai piedi che sono attaccate alle gambe che mia mamma vorrebbe non avessi. Continua a leggere
Daruma
scritto da
Rebecca Buselli