Susanna Fiori

Susanna Fiori è nata e cresciuta a Milano ma spesso e volentieri ormai si trova altrove. È quasi medico e sempre lo sarà. Scrive poesie che parlano di amore e morte e dopo averle scritte non sa distinguerle. Partecipa agli slam ma solo quando è costretta.

Cosa resta da dire

scritto da Susanna Fiori

Cosa resta da dire quando
finisce la tenerezza?
Due corpi che hanno sguazzato insieme
nello stesso sudore,
ansimato guardandosi negli occhi
possono stringersi la mano?
Non credo che esista un modo di toccarti
che non c’entri col piacere.
Non credo che esistano parole
da dirti senza amore.

Cali il silenzio come pietra tombale.
Senza i baci al posto delle virgole
non ho frasi per te.
Di cosa mai potremmo parlare?

Ci rimangono meno discorsi
che con l’estraneo al tavolino
perché sai già il mio sangue
le lacrime, la saliva
hai in pugno tutti i mei umori,
i movimenti della lingua
i brividi di quando si è nudi
e anche l’alito del mattino.
Mi hai lavato, imbalsamato i capelli
dal petto di cui ho contato i respiri
non voglio fiati (dichiarativi), mi basta
che tu respiri ancora
che tu sappia e non dimentichi.

Il ricordo muto
ci starà sopra come una nuvola
(greve piena)
e l’unico argomento allora forse
sarà il tempo:
diverso, ma uguale
al solo che si ha
con i vecchi in ascensore.

Ascolta Cosa resta da dire letta dall’autrice

Alberi

scritto da Susanna Fiori

Una vita lunga e bella
basterà a scusarmi?
Vorrei potermi struccare
di tutti i miei difetti
idratare con questa crema
le parti secche
ma non della pelle.
Vorrei avere rami d’amore
cresciuti in ogni dove,
in momenti come questo anche quelli
che avevo amputato nel dolore
li bocciolerei tutti, boccioli
da poter offrire.

Se a volte son albero
nero, chino su un fosso,
albero di taiga, sparviero,
altre volte ciliegio
frutto, nocciolo betullo
frassino quercio ulivo
cespuglio.
Forse pioppo, forse fango spesso
ma anche pesco, anche cielo.
Son rosa ma non spino
ed altre volte lo giuro
abeto rosmarino,
e pero e melo e nocino.
So che a volte velenoso rovo
e roveto aguzzo e punto
però anche se pungo poi bacco
e succo, profumo e folto
alloro e lauro.
Anche se brucio sorgo e voglio
portar gioia

ma accade che brullo
pianuro e inondo
sfogo, scolo e stagno
è vero a volte sono strazio
e mangio e ingrasso,
troppo spesso
forse falco od avvoltoio
ma a volte pettirosso
a volte colibrì
e non capisci
che la vespa non si sventra
quando punge
io invece sì?

Ascolta Alberi letta dall’autrice