Sara Spanò

Calabrese nata a Torino al solstizio d’inverno. Ha un dottorato in filologia classica e al momento si occupa di tutt’altro. Dopo aver vissuto in tre Paesi, si è fermata a Brema, dove attende che i musicanti smettano di gozzovigliare e varchino le porte della città. Da pochissimo ha deciso di farsi leggere, ma continua a scrivere di nascosto.

Agnus Dei

scritto da Sara Spanò

Non è uno solo.
Sono due, tre, cinque, dieci, che ronzano furiosamente e cozzano in maniera caotica contro la finestra di una casa al mare immersa in una pineta. Perché non l’hai aiutata? Perché non l’hai tirata su? Lo hai fatto apposta? Voci arrabbiate, che la rimproverano ovattate da un tempo forse vero, forse sognato, forse immaginato. Ecco, ora dovrai occuparti di lei, per sempre, anche se. Anche se.

La scelta di Agnese è stata quella di sparire, senza dire nulla a nessuno, tantomeno a lei. Morire al mondo per un po’. All’abbazia di Neustift c’è qualcosa che la attrae, una luce per un insetto notturno.
Il codice membranaceo Brixinensis 19, trovato in una cantina a Brixen nel 1977, contiene alcune omelie sul Vangelo di Matteo – relative ai passi sulla tentazione di Cristo nel deserto –, attribuite a Gregorio Magno, ma composte da un certo abate Pietro, vissuto nel XII secolo. Un clamoroso falso – mutilo, interrotto alla carta 80r – espunto dal corpus gregorianum.

Ma può succedere, una cosa così? Si può davvero espellere tutto? Continua a leggere