Terzo racconto di fantascienza selezionato dal nostro Cylon Prof, aka Massimo De Santo, colonna portante di Fantascientificast.
Ho sempre amato Robert Sheckley. Perché il suo scrivere è arguto e sorprendente, le sue storie folli e affascinanti. E perché ha esplorato con fine ironia un lato affascinante del nostro essere umani: l’impressione di avere a che fare con qualcosa che non capiamo, in questo universo.
In «Fai una domanda assurda», seguitelo in questa carrellata affascinante, quasi filosofica, sull’impossibilità di conoscere la vera natura delle cose.
Il Risponditore era stato costruito per durare finché fosse stato necessario, ovvero piuttosto a lungo, stando a come certe razze giudicano il tempo, o per poco, secondo altre. Ma per il Risponditore, era quanto bastava.
Quanto a dimensioni, il Risponditore era largo per alcuni e piccolo per altri. Poteva apparire complesso, sebbene alcuni trovassero che fosse davvero molto semplice.
Il Risponditore sapeva di essere come doveva essere. Al di sopra e al di là di tutto, lui era Il Risponditore. Lui Sapeva.
Della razza che l’aveva costruito, meglio parlarne il meno possibile. Anche loro Sapevano, ma non dissero mai se trovassero quel sapere piacevole.
Costruirono il Risponditore come un servizio per le razze meno sofisticate, e se ne andarono via in un modo eccezionale. Dove andarono, lo sa solo il Risponditore.
Perché il Risponditore conosce tutto. Continua a leggere