Questa è la scena. Un interno, tipo verso le cinque sei, tardo pomeriggio, alla metà di ottobre più o meno. Cucina. Si fa la pasta per fare il pane – lei -, mani bianche di farina al lavoro. Manipolazione di pasta, di sofficissima pasta. Luce accesa perché non si vede mica tanto a quest’ora in questa cucina. Da una parte del tavolo sul lato corto (lei). Con T-shirt che se non fosse arancione potresti dire magari che è la maglia della Sampdoria. Lui dall’altra parte con un piede in mano, in esame. Si appresta a tagliarsi le unghie con cura, con lo strumento apposito. Lei sente quel male al fianco porco di un cazzo, è tutta viola. È caduta con la bici, ieri l’altro. E sente anche come un leggero battere nel braccio, dove è scorticato e dà fastidio. Lei sente che parla, con testa giù perché è impegnato col piede (prima con uno dopo con l’altro). Continua a leggere
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racconto
Pane
scritto da
Roberto Pusiol