inutile

La redazione.

Numero 60

scritto da inutile

cover #60

Eccolo, l’ultimo numero del formato trimestrale: da dicembre la nostra versione cartacea sarà annuale. ​Sì perché torniamo da ferie più lunghe del solito, passate a riorganizzare sia l’aspetto grafico di ​inutile​ che il contenuto, la nostra linea editoriale, e se vi piacciono scriviamo anche mission o vision.
Dal 2007 la nostra vision/mission consiste nel non utilizzare parole del genere, per esempio; consiste anche nel lavorare senza sosta per darvi un’idea di cosa significhi scrivere, e leggere, e vivere di questi tempi. Magari a volte ci siamo riusciti meglio, a volte peggio.
L’unica costante: una strenua indipendenza, intesa come la possibilità di fare sempre quello che ci passava per la testa. Nei prossimi mesi scoprirete cosa ci passa per la testa ora: un’idea precisa ve la potete fare dalla copertina che ​abbiamo progettato con Leonardo — il grafico che ci teniamo stretti da anni. Sì, lo sappiamo, è molto bella.

Come sempre, il numero è disponibile alla pagina dei download per i soci: la copia cartacea, per chi l’aspetta, arriverà presto, non appena pronta la stampa.

Editoriale

E alla fine ci siamo arrivati, all’ultimo numero di inutile così come lo conosciamo oggi. Cambiare formato non ha a che fare tanto con la stanchezza, quanto a un discorso sulla rilevanza.

Dal 2007 – anno di fondazione – a oggi abbiamo visto e conosciuto tantissime altre riviste: alcune nate prima o dopo di noi, oppure assieme a noi e scomparse lungo la strada, altre nate da allora e capaci di squassare l’ambiente e imporsi come riferimento per tutti. Altre ancora, nate e dimenticate persino da chi le aveva fatte. Non è un segreto che abbiamo fatto fatica, soprattutto negli ultimi anni: ci siamo trovati ogni tanto a chiederci il perché di uno sforzo continuo e irriducibile. È cambiato il modo di fare e di intendere la cultura, da quando siamo nati a oggi: e nel 2015 esistono un mucchio di riviste che continuano ad alzare l’asticella.

Abbiamo sempre voluto fare sul serio, in tutti i campi in cui ci muoviamo, e per farlo ancora di più chiudiamo questo capitolo. Da ottobre ne apriamo un altro: abbiamo ancora tanta strada da fare, tante cose da imparare e da condividere. Da ottobre il passato, a volte ingombrante, torna a essere una risorsa, e inutile un tesoro da mostrare a tutti, il più possibile. Da ottobre però il futuro diventa presente, con una rivista che rimane sé stessa, cambiando dentro, e No Rocket Science.

inutile è, be’, la nuova incarnazione di inutile!, e in un certo senso un ritorno alle origini: si dedicherà esclusivamente alla narrativa e all’editoria internazionale. Il grosso della produzione sarà in realtà un gigantesco lavoro di traduzione, e abbiamo radunato un gruppo di traduttori di prim’ordine per farlo. inutile sarà coordinato e guidato da Nicolò, che si è unito alla nostra redazione cinque anni fa e dal 2012 ci ha aiutato a tenerlo insieme: e farà un ottimo lavoro, già lo so.

No Rocket Science invece si occuperà di cultura, ma dal punto di vista della tecnologia: tutto ciò che di culturale viene creato con la tecnologia, e tutto ciò che la tecnologia cambia a livello culturale. Sarà il nuovo impegno quotidiano del nostro Matteo, e ad aiutarlo ci sarà quel Claudio Serena, con il quale già divide belle esperienze (per esempio Querty, il più importante network di podcast italiani, e Continue?, la sua rubrica di videogiochi per inutile).

Il 24 marzo dell’anno scorso scrivevamo:

Finché ci basta il tempo, finché l’acqua rimane bassa: come sette anni fa, e per altri sette.

È che davanti abbiamo ancora tanta strada, e come sempre: vogliamo farla insieme a voi.

retro #60