Tac.
Anna voltò la testa, una mano ancora sul mouse e l’altra su command e s. Il muro bianco di fresco, i vestiti piegati e abbandonati sulla sedia, il parquet, nessuno di loro aveva parlato, ne era certa.
Riprese a guardare il monitor fingendo indifferenza e pizzicò la tempia con i polpastrelli staccando la pelle dal cranio, nel punto dove l’osso mandibolare premeva su quello mascellare e il mal di testa amava scavare il nido.
Tac. Continua a leggere