Branchi di piccoli intellettuali colorati
ballano
davanti a muri di suono pastello giovane giovane
con vestiti che mi dicono cose urbane
da bambini.
E si stancano
e si siedono
e con i crani e con le proprie posizioni sociali
parlano dell’esercito di riserva del capitale,
mentre con le gambe
parlano di quel Dio che ancora non gli è sceso
nonostante tutto il materialismo dialettico
che si sono fumati
in un secolo e mezzo di carta stagnola
appena poco prima dell’ora di pranzo.
Intanto
ad un ritmo frammentato, frastagliato, con lo scheletro africano,
i muscoli di pianola neurale della Germania dell’est
e la pelle di futuro verde chiaro fluorescente
giallo trasparente e viola elettrico
io
sogno.
Sogno
branchi di piccoli intellettuali colorati
che ballano
davanti a muri di suono pastello giovane giovane
e non fanno cose da stronzi borghesi new age tipo prendersi per mano
non gliene fotte un cazzo di prendersi per mano
loro si stringono tra le mani le parole
e se le massaggiano
e ci si infilano le dita e la lingua dentro
e succhiano l’uno/a i
concetti che secerne l’altra/o e l’una/o i concetti che secerne
l’altro/a ma non si vengono solo in bocca
no
hanno tutti i corpi sporchi di significati altrui
di sensi altrui
e mentre uno entra in contraddizione da dietro
l’altra contribuisce alla discussione da davanti
e due si riflettono a vicenda guardando uno
che espone tutta la sua teoria in faccia ad un’altra
porca madonna
non si stancano mai
si scambiano continuamente
questi piccoli intellettuali
(pervertiti a questo punto), colorati
che in tutta questa ammucchiata organico-concettuale
trovano comunque il tempo di ballare
davanti a muri di suono pastello giovane giovane
e poi ci sei tu
che meravigliosamente vibri
e vibri allo stesso ritmo frammentato
frastagliato
con lo scheletro africano
i muscoli di pianola neurale della Germania dell’est
e la pelle di futuro
verde chiaro fluorescente
giallo trasparente
e viola elettrico
al quale vibro io.
E la cosa veramente estatica è che mi vibri proprio qua davanti
guardiamo nella stessa direzione
ci muoviamo allo stesso ritmo
e io posso cingerti la felpa larga morbida da piccola intellettuale colorata
mentre viaggio, ballando,
davanti a muri di suono pastello giovane giovane
e posso avvicinare il mio mento alla tua spalla
da piccola intellettuale colorata
mentre viaggio, ballando, davanti a muri di suono pastello giovane giovane
e questa volta non mi vergogno neanche di chiudere gli occhi
no
perché tu mi hai regalato
un paio di occhiali da sole con la montatura bianca bianca
che oltre a farmi più figo
(perché obiettivamente mi fanno più figo)
servono anche a nascondere il fatto che i miei occhi
stanno già giocando al gioco di sotto le coperte tra di loro
e non vogliono assolutamente essere disturbati,
da nessuno.
Perché loro stanno sognando
contemporaneamente
sia quello che potremmo essere
che quello che ci dimentichiamo di essere
e credetemi è difficilissimo sognare contemporaneamente
sia quello che potremmo essere
che quello che ci dimentichiamo di essere
soprattutto se si è solo un paio di occhi
che stanno giocando al gioco di sotto le coperte tra di loro
al riparo di quel paio di occhiali da sole con la montatura bianca bianca
che mi hai regalato tu.
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