Io e Myra arrivammo negli Stati Uniti a bordo di un piccolo sottomarino. Eravamo seduti davanti, in punta. Mentre Myra guidava, io guardavo fuori dai finestrini. Era tutto buio. Il sottomarino era grande come una utilitaria, non c’era spazio per nessun altro. Myra guardava davanti a sé, io le stavo a fianco, ricordo che non riuscivo a vederla in viso, ma capivo che era tesa, concentrata. Non parlavamo. Continua a leggere
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racconto
Transatlantica
scritto da
Marco Mazzucchelli