Laura Nicchiarelli

Laura Nicchiarelli è nata a Roma nel 1991, viveva a Londra ma è brexitata da poco a Milano. Si è diplomata al Polimoda e ha conseguito un master al London College of Fashion. Lavora in ambito comunicazione ed eventi per aziende creative e collabora con Women in Film, Tv &Media. Nostalgica degli anni '90, la si può trovare nella libreria Höepli intenta a sniffare diversi tipi di carta. Di recente ha pubblicato su Genius, e su L'Irrequieto, ma spera in futuro di dedicarsi di più alla scrittura, oltre che all'adorazione della specie felina e all'ideazione, produzione e consumo di qualsiasi pietanza a base di carboidrati. Sta su Instagram e su Facebook.

Muscolo involontario

scritto da Laura Nicchiarelli

Sei supina. La pelle è liscia e tirata sopra le ossa del petto. La forza di gravità allontana i tuoi seni l’uno dall’altro, al centro rimane una piazzola che scende fino al collo. Proprio lì metti la tua mano. La lasci aperta in mezzo, a emanare calore, un palmo in basso rispetto alle clavicole. Ancora più in profondità, oltre ai tessuti irrorati di sangue, trovi un nucleo che vive e che brulica. Il movimento è appena percettibile a riposo, si confonde con l’andirivieni regolare del respiro. Rimane dietro le quinte. È una specie di vibrazione intermittente. Un nulla, solo al buio, con le persiane chiuse e i rumori della strada non ancora destati dall’alba lo puoi ascoltare mentre accade. Comunque non ti fa più né caldo né freddo, mica come la prima volta che hai inventato questo gioco di autocontatto. E te lo figuravi turgido, avvolto da nervi e tubi anch’essi viscidi e muscolari, arroccato in una gabbia di costole e costretto dal volume dei polmoni. Questo è il tuo cuore. Continua a leggere

Nina++

scritto da Laura Nicchiarelli

“My batteries are full. I am completely satisfied and I am ready to go.” 
Una voce femminile dal tono robotico eppure non privo di una certa malizia annuncia che la carica delle batterie è andata a buon fine, ammiccando a un’idea postmoderna di appagamento sessuale. Non è Siri, non è Alexa. È una qualunque tra la folla di pupe senza volto che popolano l’home tech. Una a cui non è stato dato l’onore di un nome, ma che ha ricevuto dai suoi padri ingegneri il dono dell’ironia.  Continua a leggere