Sandra sudava – aveva incubi per via della febbre – stesa faccia in giù sul sacco a pelo, mentre Quito le impomatava di nuovo il pollice ferito. Dopo averle avvolto la mano con il tessuto strappato di una maglietta, le rincalzò con cura la coperta sotto le spalle e si arrampicò fuori dalla botola per guardare attraverso l’oblò della cabina. Lo sportello di una macchina galleggiava lì accanto. Ogni flutto del mare vomitava benzina e detriti – tazze, gusci di granchio, un pallone da basket. Quando aveva tentato di pescare, aveva tirato su capelli e plastica, un piede umano una volta, un polipo mezzo andato un’altra. I pesci erano morti. C’erano solo loro due. E anche i gabbiani, però. Gabbiani ovunque. I gabbiani schifosi non mollavano. Strisciate verdi di merda d’uccello con ciuffi di piume incrostavano i finestrini della barca. Continua a leggere
Diluvio
scritto da
Joseph Aguilar