Ivan Talarico

Ivan Talarico è un cantautore, poeta e teatrante. Nasce sul Lago di Como nel 1981, cresce nella Presila catanzarese e vive a Roma, in cerca di una via di mezzo. Nel 2003 fonda assieme a Luca Ruocco la compagnia teatrale DoppioSenso Unico con la quale mette in scena cinque spettacoli e un reading, come autore e attore. Si dedica alle musiche di scena e alle colonne sonore per cortometraggi, scrivendo e arrangiando musica strumentale. Nel 2009 inizia a scrivere e cantare canzoni, sua madre si commuove nel sentirlo stranamente intonato. È più volte ospite di Radio 1 e Radio3 e viene invitato a suonare all’Edicola Fiore di Fiorello. Dal 2018 conduce dei laboratori di scrittura creativa (“Come smettere di scrivere per scrivere meglio” e “Gioghi di parole”) in diverse città italiane, a Roma collabora con la scuola di teatro “La Scaletta”. Nel 2019 esce il suo primo disco, “Un elefante nella stanza” (Folkificio), con la produzione artistica di Filippo Gatti.

Lui pensava sempre a lei

scritto da Ivan Talarico

Lui pensava sempre a lei.
Lei pensava ancora al suo unico vero amore.
Il suo unico vero amore pensava alla sua nuova storia.
La sua nuova storia pensava ai misteri del cosmo.
I misteri del cosmo, riuniti, pensavano alla solitudine
della polvere.
La solitudine della polvere pensava alla neve.
La neve pensava a una casa di proprietà.
La casa di proprietà pensava alla giovinezza.
La giovinezza pensava a suo figlio.
Suo figlio pensava al seno gonfio.
Il seno gonfio pensava ad altre mille bocche.
Altre mille bocche pensavano all’inutilità del mattino.
Il mattino sorgeva implacabile sui pensieri inutili.

Ascolta Lui pensava sempre a lei letta dall’autore

Buone notizie

scritto da Ivan Talarico

Oggi la fine del mondo è più vicina,
come ogni giorno,
sempre un po’ di più.

Bisognerebbe dirlo
nelle scuole:
“Bambini,
un giorno il mondo finirà,
resteremo come
cattedrali di carne
ancorate al suolo
e il tempo non ci sarà più.
Quindi oggi uscite pure prima
e non fate i compiti,
preparatevi alla fine,
spensieratevi.”

E tu mi guardi male,
il mondo non finirà secondo te,
non durante la nostra vita,
almeno.

Ma a cosa ti serve
questa tua vita,
così necessaria quando manca
e che poi, quando c’è,
lasci appassire in un angolo
mentre ascolti
chi sembra abbia tante cose
da dirti,
da darti,
ma vuole solo arrogante il tuo tempo
e tu arrogata il tempo
gli dai?

È oltre il tempo
il tempo che ci rimane,
nelle dimenticanze,
nelle cose lontane.

Resta così poco
che la fine del mondo
è la notizia più bella
di quest’ultima vita.

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