Irene Doda

Irene Doda è nata nel 1994 ed è cresciuta a Monza. Dopo una laurea in Relazioni Internazionali, ha vissuto in diversi paesi, tante città e decisamente troppi appartamenti. Dalla fine del 2019 vive stabilmente in Romagna, dove lavora nell'ambito della progettazione europea. Si può trovare su Medium o su Instagram

Entità oscure

scritto da Irene Doda

Il novantacinque percento dell’Universo è fatto di una materia misteriosa di cui gli scienziati non sanno ancora nulla. L’ho letto stamattina, mentre mi rigiravo tra le coperte. Mi sono chiesta come diavolo fosse possibile. Poi mi sono rimessa a dormire. Adesso sono a una festa e un ragazzo che ho appena incontrato mi tira per un braccio. Mi pare si chiami Robert. O Ronnie. Non ne sono sicura.
Siamo fuori dal pub dove abbiamo ballato, il Nancy Blakes. Robert o Ronnie appoggia le labbra sulle mie e io non mi tiro indietro. Sa di sigaretta, come la mia coinquilina Deirdre. Madonna, quanto fuma Deirdre. Ha sempre la tosse e gli attacchi d’asma. Continua a leggere

Aliena

scritto da Irene Doda

Un ronzio e poi uno schiocco, una ventosa che si stacca da un vetro. Amelia apre prima la bocca e poi gli occhi. Ha le ciglia ancora appiccicate dal mascara. Vede una cimice aggrappata al lampadario. L’insetto è scuro, un grumo che si allarga sul paralume. Si arrampica lungo la superficie liscia, raggiunge la ghiera. Resta lì, in posizione verticale, con le zampe abbarbicate alla barra di metallo. Continua a leggere

Atlantide al casello

scritto da Irene Doda

Fonteviale si chiamava così perché era contenuto nello spazio tra un fontanile di campagna e una grossa strada a due corsie. Si trovava a un paio di chilometri dal casello dell’autostrada, ma dal momento che c’era un passo con trentasei tornanti di mezzo non se ne accorgeva quasi nessuno: abitare a Fonteviale voleva dire esistere in un punto fluttuante al di fuori della civiltà. A Fonteviale c’erano: due trattori, una trattoria, una cartolibreria, un negozio di alimentari e un albergo-ristorante che si riempiva solo nella stagione invernale e che all’occorrenza vendeva anche calzini, garze e disinfettante. Continua a leggere