«Mettiti a studiare!» Inevitabile, puntuale come un orologio arriva la solita lagna, anzi più che una lagna è un ringhio da tenente trentino in licenza, di solito seguito da uno scappellotto sulla nuca se non si ubbidisce subito. La figlia sventurata scatta mentalmente sull’attenti, mentre nella pratica si trascina con malagrazia fino al tavolino della camera che condivide con la sorella, già sui libri fin da subito dopo mangiato. Digerire con Cicerone, solo lei può. Continua a leggere
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racconto
Correva l’anno
scritto da
Giulia Cabrelle