Sono le cinque di mattina ed è ancora notte fonda alla stazione di Forlì. È inverno. Il mio babbo scende rapido dalla bicicletta e la spinge a braccia lungo le scale del sottopassaggio, su fino al primo binario. Gli altri sono già tutti lì che aspettano. Hanno la sua stessa età, sono giovani, ognuno stringe la propria bicicletta come una fidanzata da consolare, parlottano tra loro, fumano qualche sigaretta come per scrollarsi di dosso il freddo. Indossano tutti la stessa giubba scura, anche mio babbo ce l’ha, è quella di lana grossa e spessa del lavoro e portano quel cappello blu con lo stemma Poste e Telegrafi sul davanti. Hanno i guanti tagliati, questi giovani portalettere, proprio sulla punta delle dita arrossate dal gelo. Sono libere, quelle dita, perché così, quando sfogliano la posta, non la fanno scivolare. Continua a leggere
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racconto
Il Pierini di noialtri
scritto da
Francesco Satanassi