Francesco Follieri

Francesco Follieri, Carlo Martello, Julio Armenante, Chiara Casetta, Antimonio, Mammuth Giallo, Giovanni De Maria e qualche altr* di cui ho dimenticato il nome, sono tutti la stessa persona che scrive, fotografa, ingrassa, dimagrisce, gestisce Malgrado le mosche ed è capace di addormentarsi ovunque. Alcuni suoi racconti sono qua e là.

Ringo

scritto da Francesco Follieri


Il medico. Ci sarebbe voluto il pediatra. Ma come chiamarlo? Cosa dirgli? Ho un bambino grande come un topo? Gliel’avrebbero portato via. Dentro di sé sapeva che prima o poi avrebbe avuto bisogno di un pediatra, ma in quei mesi se l’era cavata senza e la paura che Ringo finisse in qualche laboratorio era troppo forte. La stessa paura gli aveva impedito di cercare un medico di cui fidarsi anche negli ultimi giorni. In fondo, pensava, è una diarrea, è una cosa che capita ai bambini. Nel corso della notte Ringo aveva perso il suo colorito blu notte, era diventato ceruleo, poi era sbiadito e infine era passato dal viola al rosso acceso, non piangeva più, si lamentava e basta. All’alba era morto. Continua a leggere

Esule – Cover, 9

scritto da Francesco Follieri


Come ogni mattina, prima dell’alba, Alfonso si preparava ad alzare la saracinesca dell’edicola, a ricevere i quotidiani e subito dopo i primi anziani insonni, ansiosi di continuare a praticare le proprie abitudini.
Da anni, da quando era accaduto la prima volta, e poi la seconda e la terza, con la coda dell’occhio, controllava che dall’altro lato della strada, vicino al parchimetro, non ci fosse l’esule. Potevano passare settimane, mesi nei casi più fortunati, ma prima o poi sarebbe ricomparso, Alfonso lo sapeva e l’idea lo gettava nello sconforto. Continua a leggere

Gigette le marionette

scritto da Francesco Follieri


Ho sempre voluto fare l’attore, da che mi ricordo. Nonostante le difficoltà posso riconoscere a me stesso di esserci riuscito. Certo, non sono arrivato a Hollywood, ma ho avuto le mie soddisfazioni. Film di serie B, come li classifica la critica, e a me sta bene. Anzi, condivido il giudizio e l’assegnazione. Continua a leggere