Sento il richiamo delle membra di famiglia
o meglio di ciò che resta
ossa sublimate in cenere
è una tenaglia
in cui la carne viva
s’incaglia come un’alga
slancio d’animo arenato
ricordo che porto!
getta l’ancora
perché tanto è abisso
manco profondo /
è mare mio e tuo
è mare nero
e lutto sporco
di benzina
e piombo
sul fondo
e da lì ti parlo come a un sordo
come un sordo.
Io ti vedo sì; ma vedo che sei dimentico
abbandonato
sepolto sotto un cielo spoglio
non un fiore che cresca sulla tua
tomba //
e quando vengo da te
alle cinque meno cinque
cinque meno cinque
cinque meno cinque …
scandisce il tempo il cinquettio
del merlo
e quando il corvo gracchia
il corvo gracchia
gracchia …
riconosco il tumulo
tra mille tumuli
tum tum
tum tum
per le tue membra
oramai ossa
per la tua fossa
ancora sgombra
una preghiera vera adesso
sgorga e affiora
sboccia
come bocca di leone o bella di notte
sboccia la mia preghiera ma dura un attimo
come quel fiore che
sboccia al mattino e subito poi
muore
non ricordo giuro se bocca di leone o che
ma sono le ossa tue che trainano… me
come la gravità dell’atto sul suolo suo //
e resto ferma resto stesa ci posso stare ore
che sia col sole o con la neve con la grandine
o con la pioggia caustica
sotto lo sguardo dell’aquila che Prometeo nutre
lascia che corroda anche il mio cuore “che pulsa
tra i polmoni …
oggi come ieri ci ameremo fino al sonno“.
Sento
l’odore della carne viva
nascono i nipoti figli di cugini
vedo in loro me, sono il futuro che
si palesa in carne e ossa
sono profumi di infanzia
ricordo dei miei anni ’90
una mattina di settembre
il tamburo batte “sono le sette
c’era la messa” c’era la suora
c’era il primo giorno di scuola
ma non c’è peggior sordo del sordo
profondo che non vuol sentire
ma il tamburo vibra nelle mattine
sveglia il sordo che lo sente sulla pelle
sveglia pure l’udente che sente ma non legge
perché il tamburo non fa differenze
arriva a tutti è popolo che si tramuta in tonfi /
Ritorno
ancora terapia intensiva
prego la morte che non torni
in sordina a bussare anche se mi piace
ritrovarla in cantina
libri di conti e notti bianche
ricordi capodanno?
quando spaccato il cranio
mio padre lo avvolse in un panno /
Sento
il richiamo della terra mia
terra natia
terra che volente mi è stata strappata via
terra che trema che annega e che fre-na
terra ferma mentre io fremo per rivederla!
terra di cristiani in fuga e video di Gigione
terra ch’è n’à diaspora che non sa più di religione
terra di fiume che esagerata è n’alluvione
è fiume
che scorre
che scorre a fiumi
connessione e lacci
legami a funi
FUMI
Chiese fluo avvolte nella loro notte e video mapping
terra di rosari trash e prediche di domeniche in streaming
terra! la terra mia marrone come il caffè nero e verde come l’erba
che coltivo ARIA! Mi sei mancata schiva tenuta stagna schiava incatenata creduta pazza spacciata
…
E non credevo che la vita avesse un sequel.
Ascolta Tamburi di settembre letta dall’autrice