Il cognome Corigliano-Schmidt splendeva sulla targhetta dorata a destra del portone, ultima fra una dozzina. Cognomi come questi non hanno nulla di speciale: Schmidt è il cognome tedesco per antonomasia, e Corigliano, in una città come Monaco di Baviera, perde di singolarità, essendo quasi trentamila gli immigrati di cittadinanza italiana. Non a caso la chiamano la città più a nord d’Italia. Corigliano odorava di estremo sud, di uno di quei paesi meridionali dove le tradizioni resistono, e bene.
Corigliano lei e Schmidt lui? O Schmidt lei e Corigliano lui? A pensarci bene, al novanta percento era Corigliano lei. La scena era piuttosto facile da immaginare: Corigliano C. (Carmela? Caterina? Catia? Forse semplicemente Chiara?) giovane donna calabrese, capelli castani e pelle dura, incontra Schmidt P. (Paul? Patrick? Philipp? Una lieve preferenza Paul, che sarebbe potuto facilmente diventare Paolo) giovane tedesco benestante, occhi chiari e pelle rosea, con solo amore, e un sacco di soldi, da donarle. Philipp (aveva deciso per Philipp) è innamorato perso, ogni giorno va in spiaggia sperando che la dea in costume raggiunga i suoi occhi. Continua a leggere
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racconto
A lume di candela
scritto da
Esther Bondì