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Il Cipolletta l’appuntamento me l’aveva dato a Sperlonga. «È meglio» aveva detto, «ci vediamo alle nove e trenta in Piazza della Libertà». Ed è certo che per lui era meglio: lui abitava là, a Sperlonga, mentre io invece dovevo prendere il Cotral Gaeta/Terracina – aspettando biglietto alla mano sotto il sole di agosto – e poi attendere che l’autobus superasse il lungomare di Serapo, e che superasse la Flacca, e che finalmente fermasse dove doveva fermare.
Però era lui, il capo. Continua a leggere