Amo le sale d’attesa come questa: bianca, luminosa, pulita. Deserta. Non sembra nemmeno di essere in uno studio medico. Mi lascio scivolare sulla sedia – una bella sedia di legno imbottita, non quelle robe di plastica da ospedale. Sulla parete di fronte c’è una stampa scolorita delle Ninfee di Monet. La fisso per un istante e chiudo gli occhi. Immagino di galleggiare sull’acqua. Sull’acqua del mare. Un mare denso e immobile. Non voglio pensare alle Ninfee. Forse dovrei provare a meditare, dicono aiuti. Non voglio pensare alle Ninfee. Non voglio pensare alle Ninfee. Continua a leggere
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racconto
Ninfee
scritto da
Chiara Beretta