1 litro di latte
400 grammi di zucchero
120 grammi di semola
150 grammi di burro
Vaniglia
Buccia grattugiata di un limone e di un’arancia
8 uova intere
Un pizzico di sale
Vi dirò. Non mi sentivo così deluso da quando mi dissero che dovevo andare a cantare in un locale a Londra. Un giorno vengono da me e mi dicono che ci sono delle persone in Inghilterra che vogliono sentirlo assolutamente, questo ragazzo che canta e allora devo andare a Londra. Per tre giorni non solo non dormii un solo minuto, ma infilavo in qualsiasi conversazione il fatto che sarei dovuto andare a Londra. Non avevo nemmeno avuto il tempo di prendere la patente ma mi sentivo come se avessi vinto tutto quello che c’era da vincere. Fu mentre ero in fila all’aeroporto, in piedi, imbambolato fra persone che non mi conoscevano, che mi prese quella malinconia stretta, quella che si incanala nei polmoni e resta lì appoggiata. Quel fastidio sovrastò il fatto di essere in un aeroporto. Un luogo che anche se da casa mia era distante uno sputo, avevo sempre considerato una cattedrale di una religione nella quale quelli come me non erano ammessi.
Giggino il Malanima, quello che – con molta bontà – ora definirei come il mio impresario, ma che allora era la persona che si metteva d’accordo con i proprietari dei ristoranti e mi dava i passaggi in macchina, mi aveva portato la valigia all’ingresso perché io quella mattina venivo direttamente da un matrimonio a Trecase. Continua a leggere