Luogo dell’azione: Un qualunque palazzo
Tempo dell’azione: Ieri, oggi, forse anche domani
Personaggi: La Sig.na Lingua (in absentia)
La madre, Sig.ra Parola
Gli inquilini
La portinaia e suo figlio
La signorina Lingua, -ina perché con corteggiatori molti ma malgrado tutto ancora da sposare -, per gli amici solo L., dal sesto piano urla “Ed io non posso più esser io!” prima di buttarsi di sotto a capofitto, come se giù avesse da trovare un mare e invece c’era solo il pavimento dell’androne, nessun divino amico più l’afferra.
“Si è buttata o l’hanno spinta?”, sussurrano le malelingue del quinto, le protolingue degli altri, gli inquilini ricchi, quelli dei piani e dei registri alti, che sono i soli rottami possibili adesso, detriti fonici post-mortem. Non sanno che sono caduti anche loro con lei: morta la figlia sono orfani di senso, e a nulla varranno gli altisonanti sostantivi in -zione, scudi di fumo. Continua a leggere