Le parlo, ma non ci sente. Strizza gli occhi, si avvicina, la faccia s’increspa. Mette le mani a coppa, dice: eh? Alza le sopracciglia, si sforza, ma non ci sente. Proprio non ci sente. A un certo punto, crede di aver capito qualcosa. Io faccio finta che abbia capito.
Mia nonna è una vera bellezza. Una cascata di pelle a pieghe come la seta, il sorriso che spicca un salto in mezzo a un maremoto di grinze. Io la adoro. Oltre a non sentirci, ci vede pure poco. L’estate scorsa mio fratello, annoiato dai soliti giochi della stradina, decise che la sua missione era insegnarle a leggere. «Che fai?!» strepitavo io dalla cucina «Sa leggere! È solo che non ci vede!». Ma lui, diventato improvvisamente duro d’orecchi, andava avanti ostinato nel tentativo di farle sillabare i dialoghi di Topolino. Lei non s’offendeva. «Antó, lasciami stare» diceva alla fine. Continua a leggere
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racconto
Orecchie viola
scritto da
Annalisa Maitilasso