Anita Renchifiori

Anita Renchifiori è italiana ma vive e lavora all’estero. Nella vita si occupa di psicologia ma da sempre legge e scrive con passione. Le piace ascoltare le persone e provare a capirle. Quando ci riesce, è una cosa bellissima. Le piacciono anche i gatti e correre in riva al lago. Anita è un po’ timida, per questo la sua bio è così corta.

Tienimi

scritto da Anita Renchifiori

I’ll stand by you
Won’t let nobody hurt you
I’ll stand by you
Take me in, into your darkest hour
And I’ll never desert you

I’ll stand by you, The pretenders

Mi era tornato il mal di schiena, ed era il momento peggiore. Sull’aereo che da Londra ci riportava in Svizzera avevo preso un antidolorifico, approfittando del fatto che Eva si era addormentata. Dormiva col cappuccio che le copriva la fronte e il mento affondato nelle mani, come se la sua testa, nel sonno, cercasse di liberarsi da un peso.
Adesso che eravamo lì in quell’anticamera ad aspettare, avevo male di nuovo. Ho cercato di mettermi diritta, ma su quella sedia non c’era verso: anziché distendermi, mi inarcavo, respinta dalla curva dello schienale. Eva, immobile, leggeva una rivista. La teneva aperta all’altezza degli occhi, e la sua testa la vedevo solo a pezzetti: una punta di orecchio, lo zigomo, l’attaccatura dei capelli.
«Qualcosa di interessante?» le ho chiesto. Continua a leggere

È tutto a posto

scritto da Anita Renchifiori

“Home, is where I want to be
But I guess I’m already there
I come home, she lifted up her wings
I guess that this must be the place
I can’t tell one from the other
I find you, or you find me?”
This Must Be The Place, Talking Heads

Andrea l’ho conosciuto un mese dopo che è morta la nonna. Forse, se lei fosse ancora qui, io e lui adesso non staremmo insieme. Sempre che ci stiamo davvero, insieme.
Siccome era un po’che non si faceva sentire, alla fine gli ho scritto io. “L’undici vengo a Parigi. Se ti va possiamo vederci.” Non avevo ragioni particolari per andarci, ma con lui fingevo sempre di averne. Continua a leggere

Emergere

scritto da Anita Renchifiori

“Enola Gay
You should have stayed at home yesterday
Ah-ha words can’t describe
The feeling and the way you lied”
Enola Gay, Orchestral Manouvres in the Dark

L’acqua, a poco a poco, aveva formato una pozza al centro della cucina, come se il pavimento fosse inclinato. Ero già in costume da bagno e stavo cercando di asciugarla, quando mi è squillato il telefono.
L’ho messo sul tavolo col viva voce e il video acceso. A Sidney erano solo le sette, ed Ernesto aveva ancora l’aria addormentata.
«Ma è rotto rotto?» mi ha chiesto quando gli ho raccontato del frigorifero. «Hai provato a staccare la spina e riattaccarlo?» Continua a leggere

Cose che fanno male

scritto da Anita Renchifiori

Well, I started out down a dirty road
Started out all alone
And the sun went down as I crossed the hill
And the town lit up, the world got still
I am learning to fly
But I ain’got wings
Coming down
Is the hardest thing

Learning to fly, Tom Petty and the Heartbreakers

L’orchidea comincia a fiorire. Me l’ha regalata la mia ragazza il giorno che mi ha lasciato. Ha steso le braccia verso di me e ha detto: «Questa è per te.» Ho preso il vaso con entrambe le mani e ho sentito le sue dita che si sfilavano. Avrei voluto trattenerla. Adesso, ogni volta che guardo l’orchidea, ho l’impressione che qualcosa mi sfugga.
Il cellulare nella mia tasca è squillato e ho risposto. Continua a leggere

Una cosa che mi preoccupa

scritto da Anita Renchifiori

Mia sorella Tea ha smesso di mangiare.
Tutto è cominciato a febbraio, quando è morta la nonna, ma nemmeno io avevo appetito in quel periodo, così non ce ne siamo accorti subito.
Un mese dopo è morto anche il gatto di Tea, ma ce lo aspettavamo. Mangiava sempre meno e non saltava più sul tavolo per rubare il prosciutto. Tea ha provato anche a dargli il biberon, ma lui non voleva saperne. A giugno, papà è tornato dall’India e ha portato a Tea un gatto nuovo, con il pelo lungo e gli occhi blu. A pensarci bene, era un’idea abbastanza ridicola che bastasse un gatto a farla tornare quella di prima, ma per un po’ ci abbiamo sperato. Invece lei lo ha guardato come se fosse trasparente. Poi si è chiusa in camera. Continua a leggere