Facciamo, che io sono Buio
quello che cambia tutti colori
senza annientarli.
E facciamo che tu sei Lampo e Tuono,
insieme, ovviamente
che Lampoetuono è necessario
scorrano vicini, nelle stesse vene
per esempio le tue.
Io avrò il compito di riunire le nuvole:
cirri, cumuli, strati, nembi
ne farò un vestito speciale,
che si veda un po’ di buia coscia
ma poca, elegante.
Tu dovrai sciogliere i capelli
farli crescere ad abbracciare tutte le sfere del cielo
sistemarli in modo che portino l’odore,
quell’odore lì, di temporale.
Quando saremo pronti
(facciamo al mio ventisette)
ci faremo vento da salotti
uragano da bar intellettuali
trombe d’aria da sale d’attesa.
Fuori, aria ferma.
Dentro andremo
che correre la prateria è uno spreco
se non hai un divano dove riposare.
C’è una sola regola in questo gioco:
mantenere il contatto.
Che all’esser d’aria,
di niente,
di questioni di principio
io posso abituarmi molto in fretta:
è con il tocco che non mi perdo.
Mantieni il contatto
per non farmi dimenticare
di avere gambe e gabbia toracica
e pelle e piedi
sopratutto i piedi
attorcigliamoli stretti, sono i primi a farsi trasparenti
che sul solido proprio non vorrebbero essere.
Facciamo anche che non facciamo piovere.
O se proprio dobbiamo
(che non lo so se è valido, un temporale senza pioggia)
facciamo che rubiamo il senso del mondo
lo tiriamo fuori dalle viscere di ogni cosa
e lo fondiamo insieme,
in un magma gigante
poi lo portiamo in alto,
più in alto
e in alto ancora
lo facciamo sciogliere in gocce
e lo facciamo piovere.
Ci sarà un brevissimo momento
subito prima
in cui il mondo intero all’unisono
tirerà un respiro profondo
di leggerezza.
Poi tutti impazziranno,
tutti correranno
tutti a cercare il senso scomparso
senza accorgersi
che gli starà piovendo negli occhi.
Quando sarà piovuto tutto
tutto sarà tornato giù, al suo posto
potremmo accorgerci di esser stesi vicini
immobili
che tutto quel tempo, è stato solo un lampo
che non sei più solo tu
siamo noi, e il nostro stare fermi, stesi vicini.
Potresti sorridermi,
ad esempio potresti dirmi:
“Non è successo niente”.
Potrei sorriderti
che il Niente è
quasi sempre
la cosa migliore che possa capitare.
Ascolta Facciamo che eravamo temporale letta dall’autrice