Rave Goa Marino

Uscito di casa questa mattina
pareva quasi di stare al porto,
si sentiva nell’aria lo vedevo per la strada,
era il Mare,
lungo il corso che m’aspettava
a caso sparso tipo briciole,
non fatte di pane,
ma di fatta spuma smarrita e
cozze
sbronze
aperte,
granchi storti alghe perse e cavallucci marini
pure i delfini in postumi micidiali:
era l’alba dei molluschi viventi!
C’era stato un cazzo di rave marino
qualcosa d’eccessivo, psicotropo,
un sabbath abusivo
coi polipi giganti e le balene sciamane
“Caspiterina però penso che potevano anche invitarmi ste balene
che tanto abito qui sopra
avrei diligentemente smezzato la spesa” comunque,
mentre mi facevo sto viaggio mentale
dall’uscio di casa al rave goa marino
mi trovo fra i piedi i delfini
che pregano tutti impastati
“Acqua acqua per favoreEE”
mi sba-va-no
mi slacciano le scarpe “Oooooh! Cazzo volete?
mettete apposto sto macello
riponete nell’ordine le cose
e non si capisca per cortesia
che avete ecceduto nei vizi,
lesti lesti tornatevene in mare
che si scandalizza la borghesia e
sgomberare sgomberare!
Per i postumi il mal di testa
niente Moment OKI o Aspirina:
leccatevi gli scogli
fidatevi, parola mia”.

Ecco dettaglio importante
c’erano pure gli scogli
nte sta cagiara:
uno collassava male
dentro al negozio chic,
n’altro stava sul campanile
bo cantava
n’altro stava
buono buonino
sopra il Cayenne del vicino,
STO SUV DIMMERDA
ora fai il Pouf cuscino
nel mio rave
goa
marino,
grazie scoglio – ti stimo.

Nel mentre della conta
i sopravvisuti del disastro
pensavo a questo mare
sempre zitto e salmastro
che non ha voce per bestemmiare
se non tempesta
per spazzare via la sabbia dai lidi
lungo l’Adriatico, e
ho pianto.

Oh mare, amato mare,
mio mare blu profondo
che sbronzi di salsedine
sognanti e marinai,
versi e cuori rapisci
nel tuo galoppo d’onda:
tu orizzonte! Precipizio che ingoia
sole luna e stelle
istinti
sgomenti
amori
tormenti
tu
tormenta nella notte,
tu che inverti le mie rotte,
oh madre
e fonte,
tu vita che circonda
e matrice di respiro,
tu domanda
senza risposta, sospiro
a te, voce del dio muto
che in te sprofonda:

Cosa ti hanno fatto?
A brandelli microplastici
in radioattivi fondali
hai fatto tuoi gli scarti
di questa ingorda società.

Cosa ci siamo fatti?
Incapaci di respirarti,
leggerti, amarci.

Ascolta Rave Goa Marino letta dall’autore