Se mettessi
la testa nella lavatrice senz’altro
l’intruglio
dei pensieri miei olivastri potrebbe
prendere il largo e diluirsi via via
in deliri profumati
di marca Dixan, così facendo,
roteando anti orario fuori orario
nell’oblio del cestello col volgere
di strani eoni
vedrei Dio, il vuoto cosmico, e Azathoth che sempre dorme.
PURIFICATO TORNERO’ per imporre una verità assoluta
ogni impurità sarà bandita se ritenuta
discutibile.
Adrenalina.
Dammi la scossa dammi una botta
mordimi il cuore che non lo ritrovo,
mi ritrovo? Non mi ritrovo.
Perso parola PIN e indirizzo
nell’incubo ricorrente dove un nero
gorgo
mi chiama,
ma dice altri nomi.
Dalle mie mani
fuggono linee,
non so domare con briglie di fumo!
Una medusa sono
putrescente al Sole
fra i tentacoli un coltello
a far poesie d’amore,
sulla sabbia.
E degrado
lento
fra solchi di terra spaccata
smarrito sono
invertito i poli
in perdita sono
sfinito sfibrato, disabitato,
spolpato dai brillanti
fluorescenti scintillii.
E ho piedi di cemento
un petto di cemento
la testa nel cemento
armato di pali
l’acciaio ficcato
nei sogni dormienti,
testate sul bottone d’allarme espulsione
DOTTORE UNA COMETA la ricetta per favore
dritta in faccia me la prescriva!
Con la scia che rompe il cielo
e incendia l’orizzonte.
Ma facciamo in fretta per favore,
SOS il segnale
il battito del cuore. Alla deriva siamo.
In avaria mayday,
su una landa desolata
d’un riflesso stordito, e colori
che non mi dicono più un cazzo.
Disteso sul pavimento,
anche se il qui e ora è soltanto un paletto
di ruggine marcio
ficcato nel petto,
gli occhi sbarrati infuriano
e squarciano il soffitto, e si tuffano,
come folgori liberate
negli astri.
Ah, eccolo qui, il centro dell’Universo.
Come siamo piccoli,
e miseri.
Ascolta Delirio Dixan letta dall’autore