Cronache da Mosca

MOSCA. La notizia è stata diffusa attraverso un comunicato ufficiale prodotto dai responsabili del cosmodromo di Baikonur, e arriva a pochi mesi dal ritrovamento del registro scientifico di Oleg Gazenko, responsabile del “Piano animali spaziali” dell’Urss. Nel documento, rinvenuto presso l’archivio dell’Istituto per i problemi medico-biologici dell’Accademia delle scienze russa (Imbp), sono annotate le circostanze cliniche di poco più di cinquanta cani, inviati in orbita a cavallo tra gli anni ’50 e ’60. Tra questi anche Laika, la meticcia più conosciuta della storia contemporanea.
Per chi non ne avesse idea, Laika è un incrocio di Terrier a pelo corto, è stata il primo essere vivente a viaggiare nello spazio, e a quanto pare anche l’esemplare più longevo nella storia dei canidi. Solo pochi mesi la separavano dal compiere il suo sessantesimo anno di navigazione spaziale, era stata data per spacciata alla partenza dallo stesso Gazenko che così annota sul suo registro dopo l’ingresso in orbita dello Sputnik II: “Battito: 250, quattro volte più della norma. Aumento del peso: 5 volte. Sondino gastrico ancora in posizione; sopravvivenza prevista 9 minuti.
Il diario prosegue dando una versione completamente diversa da quella a cui siamo abituati. Gli ingeneri sovietici avevano predisposto il lancio in modo tale che il cane non dovesse rimanere a bordo della navicella per più di 9 minuti, limite massimo di sopportazione fisica per l’animale. Gazenko continua nella descrizione clinica segnando le reazioni fisiche di Laika in seguito all’attracco dello Sptunik II alla stazione orbitale sovietica Vostok, lanciata ben tre mesi prima del modulo vitale, come base orbitante. Scrive: “Latitudine 17,4 N – Longitudine 14,3 E – Altitudine 401 km – Velocità 27627 km/h. Tempo di attracco capsula biometrica 03/11/1957, 15:17:43. Ingresso del soggetto Laika ore 15:18:16. Espulsione del sondino di autoalimentazione avvenuta con successo”. Poche pagine più avanti troviamo una relazione dettagliata delle attività quotidiane del cane in orbita, tra cui un’esilarante resoconto sulle difficoltà dell’animale nell’acciambellarsi per la cuccia. Sono inoltre interessanti alcune note sulla capacità di adattamento all’assenza di gravità della bestiola, in grado dopo poche settimane di direzionare lo scodinzolio in modo da evitare collisioni da spostamento contro le pareti del modulo spaziale. Continuando a sfogliare il diario troviamo appunti giornalieri, fino alla data del 4 Settembre 1988. È presumibile che il quaderno termini col pensionamento di Gazenko.
Il documento, oltre a essere un’importante prova scientifica, ha un’eccezionale valore storico. Il programma Vostok è universalmente conosciuto per l’invio del cosmonauta Jurij Gagarin, e fino a oggi non si aveva notizia di un suo utilizzo anteriore al lancio della capsula Vostok 1. Sono diverse le pagine di interesse prettamente storico, primo fra tutti il capitolo che riporta la cronaca del passaggio dello stesso Gagarin nella stazione orbitale ora chiamata “Laika”, durante la missione del 1961: “ 12/04/1961, 9:44:36. Battito cardiaco del soggetto Laika accelerato, movimento caudale e salivazione in aumento. Probabili effetti fisici dovuti a contatto con il cosmonauta Gagarin”. Segue una minuziosa descrizione delle alterazioni psico- fisiche del cane a seguito delle inaspettate manifestazioni di affetto cosmiche.
Secondo quando scritto da Gazenko quella di Gagarin fu solo la prima di innumerevoli visite spaziali ricevute da Laika durante i suoi trent’anni di monitoraggio. L’ultima riportata è datata 25 Luglio 1984 quando la cosmonauta Svetlana Evgen’evna Savickaja effettuò la prima attività extraveicolare di una donna nella spazio, portando con sé l’ormai veterana Laika a fare un giro intorno alla stazione.
Non solo russi, ma anche americani, cinesi ed europei sono citati nel piccolo volume. Per quando scritto, ogni astronauta che tra il ’57 e l’88 abbia raggiunto l’orbita terrestre è passato per il modulo vitale “Laika”.
Purtroppo non abbiamo notizie riguardo i ventinove anni successivi, è probabile che le visite si siano diradate durante il ridimensionamento dei piani spaziali della NASA, a cavallo del nuovo secolo, ma questo non potremo saperlo a meno di un nuovo fortunato ritrovamento. Quello che sappiamo oggi è che Laika è atterrata al cosmodromo di Baikonur ancora in vita, e il suo corpo ha resistito 9 minuti prima di spegnersi cedendo alla ritrovata gravità terrestre.

L'immagine è di Moisi Guga.