È come se stavolta lei fosse morta davvero, come se quelle pillole che tanto ti preoccupavano alla fine avessero svolto il loro compito misericordioso, mandate giù con un bicchiere di vino bianco, il suo corpo perfettamente steso sul suo letto disfatto per l’eternità.
Ma sai che lei è ancora lì fuori, come un fulmine che squarcia l’orizzonte: abbastanza vicino per svegliarti alle quattro di mattina, ma lontano abbastanza da sapere che non potrai mai toccarlo. Lei è scomparsa dal tuo mondo, quei messaggi disinvolti che ti assicuravano che non eri mai solo – Ho messo un cartello vicino allo scoiattolo morto che dice: scoiattolo libero – Ho visto dei nuovi biscotti senza glutine e ho pensato a te – Ti sei mai chiesto perché Annabel Chong non si sia sistemata i denti? – Ho paura di star diventando come mia madre – Vorrei che mi piacessi di più.
Nessun addio, niente di niente.
Le hai scritto e scritto e scritto ancora e alla fine hai composto: Cazzooooo! Sul serio? Perché cos’altro avresti potuto scrivere senza vergognarti perché ci tieni così tanto? Hai cancellato il suo numero dal tuo cellulare, ma viene ancora fuori automaticamente quando premi D. Però al posto del suo nome c’è questo avviso: Non fare il cretino.
Sapevi che sarebbe successo dal momento in cui l’hai incontrata e ogni volta sembrava potesse essere l’ultima. Quel primo momento di panico nella stanza est della Morgan Library, fianco a fianco sotto tre maestosi scaffali di libri in noce intarsiato – libri rari, manoscritti illuminati, una Bibbia di Gutenberg alle vostre spalle. E poi quello spazio vuoto accanto a te e lei se n’era andata. L’hai trovata mezz’ora più tardi alla Rotunda con una guardia della sicurezza mentre parlavano tranquillamente della provenienza delle colonne di marmo variegato della sala. Hai imparato velocemente che aveva l’abitudine di andarsene da una stanza senza neanche una parola, come se per tutta la vita si stesse preparando semplicemente a svanire. Ma non ti sei mai abituato.
Camminando a piedi nudi sul velo d’acqua nel cortile della National Portrait Gallery, lei ti ha detto che la parola “velatino” è usato in modo sbagliato – È un materiale leggero e trasparente, più che altro uno schermo, usato in teatro per creare degli effetti speciali. Poi ha aggiunto, La prossima volta che vieni a trovarmi, dovremmo fare un pic nic.
Quella è stata l’ultima volta che l’hai vista.
O è stato quando avete visitato l’Ivy Hill Cemetery di Rosemont, fermandovi per un istante sulla tomba di Nathan Hurley, un ragazzo di tredici anni morto in un incidente d’auto? Lei sembrava fare in modo di camminare due o tre passi davanti a te per tutto il tempo. E poi sulla metro, ora te lo ricordi, lei ti ha baciato il collo e ha lasciato il segno delle sue dolci labbra rosse di cui non ti sei accorto per ore.
Lei è – è quasi impossibile per te scrivere la parola “era” – la donna più intelligente che tu abbia mai conosciuto. Ma non hai bisogno di qualificarla, lei è la persona più intelligente che tu abbia mai conosciuto: così curiosa, senza pretese, sorprendente.
Sa cosa significa la parola weltanschauung, porca miseria, ma non la userebbe mai in una frase. Prima ti racconterebbe una storia sulla cattura di Khalid Sheikh Mohammed che ha sentito mentre lavorava al Dipartimento di Stato, un attimo dopo ti spiegherebbe perché Sasha Grey è la sua attrice porno preferita. Vi siete scambiati consigli su cosa leggere e cosa ascoltare: Roth in cambio di DuMaurier, Alex Turner in cambio di Alabama Shakes, tu in cambio di lei. L’hai fatta infuriare quando hai preso in giro una canzone che lei ti aveva mandato perché era modificata con l’auto-tune. Ha detto che non eri gentile: Non è un insulto, ma un dato di fatto, come dire che io ho gli occhi marroni. Un’altra volta ha detto: È la cosa più gentile che qualcuno abbia mai fatto per me.
Quando ha pianto con te al telefono dicendo che aveva paura di morire da sola, tu le hai detto che ci saresti sempre stato: è la tua persona preferita al mondo. Ti ha raccontato dei terribili, spaventosi, orribili appuntamenti a cui era stata da quando aveva lasciato Matthew: Questo non legge; questo era divertente di persona ma il suo blog MGTOW (Men Going Their Own Way) era incredibilmente sessista e mi rifiuto di collaborare; perché la gente pensa che inviare una foto dei propri genitali sia anche solo lontanamente attraente?
L’hai presa in giro quando ti ha detto quanto tempo aveva passato a prepararsi, mettersi il rossetto rosso intenso da sola davanti allo specchio, eye-liner nero, un goccio di profumo agrumato, amaro come un limone, infilarsi le calze, mettersi un paio di scarpe con tacco 10. Una notte ti ha videochiamato mentre si slacciava il corsetto e tu le hai chiesto perché faceva tutta quella fatica per dei cavernicoli che non sanno come usare la punteggiatura. Lei ti ha risposto che voleva solo trovare qualcuno con cui spassarsela per un po’ – non vuol dire niente per noi della Generazione Y. Ad esempio, non ti innamori di chiunque ti faccia un massaggio, no?
Quando lei ha detto che le serviva un’opinione adulta e ti ha chiesto quanti appuntamenti doveva aspettare prima di ammettere di essere stata internata, volevi stringerla e dirle che sapevi tutto e che andava tutto bene.
Credevi davvero di capirla meglio di chiunque altro su questo pianeta. Sapevi di sapere troppo e sai che è per questo che se n’è andata. Ti ha detto cose che non aveva mai detto a nessuno e che non racconterà di nuovo.
Vuoi attraversare cinque stati e il Distretto di Columbia e dire semplicemente: Mi manchi; ma quello che provi è molto, molto di più, e non puoi farlo perché le tue parole non riceverebbero risposta e il silenzio dall’altro lato per te equivale alla morte.
Hai scritto centinaia di migliaia di parole e sai che non c’è una parola nella lingua inglese per descrivere come ti senti. Ma ti viene in mente una canzone che hai sentito una volta: è di un cantante di Capo Verde che tua moglie voleva la portassi a sentire quando vivevate a New York.
Saudade.
È una parola portoghese; la più triste parola nella storia delle lingue, soprattutto quando ne sei sopraffatto: quella sensazione vuota di nostalgia, perdita, e realizzare che lei non tornerà mai e poi mai.
Non puoi parlare per fare sparire il dolore. Non puoi scrivere per far sparire il dolore. Non puoi sudare per far sparire il dolore. Non puoi bere per far sparire il dolore. Non puoi scopare per far sparire il dolore.
Questa è saudade.